Il prurito anale è una delle forme più fastidiose di prurito ed è piuttosto comune che si verifichino episodi nei quali il prurito nell’area anale è così intenso da non poter fare a meno di grattarsi.
Molto spesso il prurito anale è associato a segni e sintomi quali dolore, eritema, perdite ematiche o sierose. Uno dei problemi che possono verificarsi in seguito al prurito anale è quello delle lesioni da grattamento che possono infettarsi rendendo maggiormente critica la situazione.
Molte, come vedremo, possono essere le cause, ma quasi mai la responsabilità è da attribuire alla mancanza di pulizia, che invece può costituire un problema se applicata eccessivamente una volta insorto il problema.
Prurito anale – Cause
Le possibili cause di prurito anale sono numerose; fra queste si devono ricordare:
- assunzione di farmaci antibiotici (alcuni principi attivi, in particolar modo le tetracicline, annoverano il prurito anale fra i loro effetti collaterali)
- dermatiti da contatto (con indumenti troppo stretti o con mezzi contraccettivi ecc.)
- dermatite perianale
- dermatite perineale
- diarrea (la presenza di feci troppo umide può favorire lo sviluppo di batteri)
- emorroidi
- fistole anali
- igiene non corretta (o troppo scarsa o, al contrario, troppo aggressiva)
- infestazioni da parassiti (vermi intestinali e, ma meno comunemente, scabbia e pediculosi)
- irritazioni meccaniche (da attività lavorative o sportive, in particolare ciclismo ed equitazione)
- papillite anale
- processi infettivi (candidosi, gonorrea ano-rettale, herpes genitale, ossiuriasi, sifilide e tricomoniasi)
- processi infiammatori a carico del canale anale (aniti)
- processi infiammatori a carico dell’intestino retto (proctiti)
- processi neoplastici (malattia di Bowen, malattia di Paget extramammaria)
- prolasso rettale
- psoriasi
- ragadi anali
- reazioni allergiche (dermatiti da contatto da anestetici locali, unguenti o sostanze chimiche aromatiche utilizzate nei saponi)
- sudorazione locale eccessiva con ristagno dell’umidità.
Anche un’alimentazione non sempre corretta può contribuire all’insorgenza del prurito anale dal momento che possono verificarsi irritazioni a carico dell’ultimo tratto intestinale.

Le possibili cause di prurito anale sono numerose; fra le più comuni si ricordano le emorroidi e le ragadi anali.
Diagnosi
Date le numerose cause scatenanti, le indagini diagnostiche dovranno essere piuttosto accurate. Necessaria un’attenta anamnesi (attività lavorative e sportive, abitudini sessuali, utilizzo di determinati farmaci o pomate, patologie pregresse) che sarà seguita da un’accurata visita generale; per quanto l’esame clinico possa indirizzare il medico verso una diagnosi piuttosto che un’altra, per la conferma potrebbe essere necessario ricorrere ad alcuni esami di laboratorio (esami del sangue, esame delle feci, striscio della cute locale ecc.).
Se le indagini diagnostiche non danno risultati e i rimedi consigliati non sortiscono alcun effetto, è opportuno prendere in considerazione la possibilità di prurito psicogeno che è la forma di prurito più difficile da spiegare; può essere localizzato o generalizzato e fa la sua comparsa senza che siano presenti sintomi di patologia dermatologica o sistemica; spesso sono presenti ansia e/o labilità emotiva; opportuno in questo caso intraprendere un percorso psicoterapeutico.
Prurito anale – Rimedi
Una volta individuato il problema sottostante, si agirà di conseguenza con rimedi adeguati che, a seconda dei casi possono essere farmacologici, chirurgici o di altro tipo; si possono comunque dare alcuni consigli di carattere generale per rendere meno fastidioso il problema; è per esempio raccomandabile non stimolare troppo l’area interessata con saponi o carta, ma applicare dolcemente (non sfregando!) un panno di cotone bagnato oppure delle garze.
Dopo ogni defecazione, la zona perianale deve essere detersa con del cotone assorbente inumidito con acqua. L’aspersione di talco in polvere del tipo non medicato può aiutare a combattere l’umidità. L’acetato di idrocortisone all’1% sotto forma di emulsione, applicato nei giusti dosaggi, è generalmente piuttosto efficace.
È fondamentale poi controllare il più possibile lo stimolo al grattamento che dovrebbe essere ignorato; se proprio non si riesce a resistere si può tentare di trovare sollievo pizzicando la cute attraverso gli indumenti.
Molto importante anche un’alimentazione corretta che garantisca il giusto apporto di fibre e che aiuti alla regolarizzazione dell’alvo.
La biancheria intima dovrà essere comoda e traspirante; vanno evitati gli indumenti stretti, sia che si tratti di biancheria intima (che deve essere comoda e preferibilmente di cotone) che di altri capi di abbigliamento come, per esempio, i jeans.